Quanti gay ci vogliono per leggere Estasi Della Carne? Si accettano risposte. Questo nasce dalla famosa barzelletta. Quanti gay ci vogliono per cambiare una lampadina? Sedici. Uno per cambiare la lampadina. Gli altri quindici per fare gli urletti e applaudire “brava!” “favolosa!”. Ovviamente ci sono diverse varianti. E tutto nasce dai carabinieri ma lì ce ne volevano 1001, con 1 che teneva la lampadina e gli altri 1000 ad avvitargli intorno l’edificio. Ma questa la sapevate. O siete carabinieri. Ma dato che non siamo né uomini né tanto meno caporali, gioiamo delle clamorose vendite che sta registrando il primo volume del libro Estasi della Carne e ricordiamo a tutti gli amici e non della ventura che possono sempre accaparrarsi una copia che contribuirà a portare un piccolo pezzo di storia della varia umanità nelle loro misere librerie. Che farci con Svevo Pirandello e compari quando potreste avere un elegantissimo volumetto di Estasi Della Carne? Considerate peraltro che fa anche scena con quelle tettone, gentilmente fornite dalla V flotta dell’amm. Clark, come voi ben sapete.
Ma riflettiamo sul ministro Mariastella Gelmini. E vediamo quanto sono ridicoli gli italiani. Questa donna, oltre ad essere una bella donna, ha un gran cervello. E lo dice uno che non l’ha votata, ma che apprezza molto il suo lavoro. Mariastè, continua per la tua strada, riporta un po’ di credibilità in queste cazzo di scuole. Ai miei tempi, e parlo di pochi decenni fa, a scuole ci si faceva il culo. Si studiava, si sgobbava e c’era il grandioso deterrente degli esami di riparazione. Vai avanti per la tua strada, fottitene di tutto e di tutti, hanno reso quella che era un’istituzione seria un vero e proprio porcile. A scuola ormai non si studia più, si girano video da mettere su Youtube. Mariastè, spaccagli il culo. La cosa divertente è che per screditare questo raro esempio di ministro che sa fare bene il suo lavoro, qualche detrattore la attacca dicendo: “Eh la Mariastella… se n’è andata a Reggio Calabria solo per fare l’esame di abilitazione di avvocato perché era più facile”. Ma ci rendiamo conto? Sì, forse è un peccatuccio veniale, ma la degenerazione non è la Gelmini che si sposta per fare l’esame, ma il fatto che università, esami di abilitazione, and so on, siano così diversi a seconda del luogo in cui ci si trova. L’aberrazione è che una laurea a Camerino è diversa da una laurea a Napoli, ma ti porta stessi benefici, stessi titoli, etc. L’aberrazione è che esistano università private che ti portano ad un titolo solo perché paghi bene. Io ho fatto l’esame di stato per diventare ingegnere a Napoli. Niente di particolarmente difficile, devo ammetterlo, ma neanche una pagliacciata: qualcosa per far capire ad una commissione che sei pronto per affrontare problemi reali grazie alla tua preparazione universitaria. E in quella sede ho incontrato due ragazzi di Torino che erano venuti apposta perché lì era troppo difficile passare quell’esame. Perché questi due pesi e queste due misure? Allora, interroghiamoci un po’ sullo scandalo che stanno diventando le università e gli esami di abilitazione: perché per fare l’ingegnere a Torino dovrei farmi il mazzo più cubico che per farmelo a Napoli? Non è pur sempre la stessa dannata professione? Bene, interroghiamoci su queste aberrazioni tutte italiane. E lasciamo lavorare in pace Mariastella.
A proposito Mariastè, dato che sei caruccia forte, se capiti su sto blog, lascia il tuo numero di telefono. Organizziamo una cena, offri tu (ovviamente: mica so ministro io). Mi mandi l’autista a prendere con l’auto blu e ce ne andiamo in un posto carino. Non sporco, faccio nella mia sabbietta e sono mediamente pulito. Non spelo nemmeno.